Mi è capitato di viaggiare per passione della caccia in posti e in luoghi tra i più diversi e lontani dalla nostra cultura mediterranea. Fin da bambino, seguendo mio padre nella caccia di agosto alle “Tordine”, andavamo a caccia del Prispolone quando, di questo uccello, ne era permessa la cattura. Era una delle carni più’ prelibate da fare allo spiedo e messo insieme con altri uccelli, ne esaltava il sapore, se poi era unito alla polenta, rendeva una serata in famiglia o con gli amici meravigliosa sia per la compagnia ma sopratutto per la grande qualità del cibo. Poi un po’ più tardi cacciavano le quaglie con il cane, e via via tutte le specie di uccelli migratori portavano un contributo importante alle povere mense contadine di quel tempo.
Ogni anno la caccia alla migratoria era diversa, ogni stagione portava qualcosa di nuovo e di antico. Anni con tanta abbondanza e anni con poca selvaggina. Sempre comunque emozionanti, anni passati con l’occhio e l’orecchio vigile, per vedere o sentire il richiamo di questo o dell’altro migratore. È probabilmente questo che genera dentro di me il continuo desiderio di girovagare alla ricerca di zone di caccia diverse tra loro, ma ugualmente portatrici dei profumi di bosco o di pianura, delle valli, delle emozioni che solo la migratoria può offrire.
La selvaggina migratoria segue l’istinto del viaggio, alla cerca di rifugi, di pastura e del compagno o della compagna con cui ritornare . Seguono le stagioni della vita come noi umani spesso non riusciamo a fare o a capire. La loro libertà li porta con il volo di migliaia di chilometri ad attraversare città, regioni, paesi, continenti.
Tra gli uccelli migratori di cui rimango affascinato, non soltanto per l’ampiezza della loro migrazione, ma anche e soprattutto dal loro volo, dalla bellezza della dinamicità dei loro movimenti la tortora africana (streptopelia turtur) sicuramente è una delle migliori. In volo sono delle schegge velocissime ed altrettanto abili a posarsi sulle loro pasture preferite come i girasoli. Ma anche nei boschi dove nidificano le possiamo cacciare con successo. Con il coinvolgimento di qualche amico siamo stati a cacciare le tortore africane in Macedonia.
Questo paese di lontane origini greche è fondamentalmente agricolo. Un po’ ovunque l’agricoltura e’ composta di mono coltivazione di granaglie come mais, frumento, girasole ecc. Infatti la tortora africana, ai primi di agosto, comincia ad affollare le campagne sfalciate di frumento, e dalla metà di questo mese, le grandi coltivazioni di girasole.
Accompagnati dal nostro organizzatore (molto scrupoloso e attento a tutti i particolari) abbiamo cacciato per 3 giorni le tortore nei campi di girasole, nelle rive dei fossi e nei boschi . La loro presenza numerosa ci ha sempre accompagnati in abbondanti carnieri.
La qualità dei servizi, i posti meravigliosi dove siamo stati, le ottime cacciate hanno confermato la Macedonia come zona di grande interesse venatorio, in particolare per la caccia alle tortore. Io non posso che consigliare questa zona con questi organizzatori, sempre attenti a quelle accortezze che rendono la cacciata una grande avventura, una vacanza irrinunciabile per noi cacciatori .