Da anni il mio amico Giovanni, costretto su una sedia a rotelle, aveva espresso il desiderio di vivere qualche esperienza di caccia all’estero e più precisamente in Scozia.
Avevo conosciuto Giovanni in Romania cacciando le allodole. Era incredibile vedere come riuscisse a districarsi tra i filari di sfalcio di mais con tutte le attrezzature che necessitano per questa caccia. Con capannino a misura che copriva la carrozzina si intravvedeva la figura di un cacciatore attento al passo delle allodole. Ecco che quando qualche uccello entrava nel suo spazio Giovanni faceva fuoco. Una discreta mira con una media di un’allodola abbattuta ogni 3 sparate.
Sono rimasto a osservarlo per almeno una mezzora, colpito dalla sua intraprendenza nonostante la difficoltà di cacciare su una sedia a rotelle.
Giovanni è un libero professionista, ingegnere civile, molto attento e presente sui cantieri. Il suo lavoro lo sottopone spesso a parecchie responsabilità, ma nonostante questo riesce a trovare del tempo per fare volontariato. Lo fa a modo suo, come ad esempio donando il progetto di un impianto idrico a un’ associazione che opera in Africa. Giovanni è una persona molto cara, innamorato della caccia ma purtroppo limitato nel poter svolgere appieno questa sua passione.
In questi anni mi aveva manifestato il desiderio di fare qualche giornata di caccia alle oche e alle anatre. Quale miglior destinazione se non la Scozia?
La Scozia è un paese unico con paesaggi mozzafiato. Il territorio molto particolare permette a migliaia di uccelli (oche ed anatre) di svernare .
Volevo esaudire il desiderio di Giovanni, e per questo decisi seguirlo personalmente. Ai primi di ottobre partimmo da Milano Malpensa con scalo ad Edimburgo, la nostra destinazione era Perth.
Il clima non era dei migliori: pioveva e la temperatura era fredda, ma nonostante il meteo, normale in quei luoghi, noi eravamo carichi all’idea di svegliarci la mattina successiva, in uno dei posti più belli per questo tipo di caccia.
In aeroporto ci stava aspettando l’autista che ci accompagnò in uno dei nuovi lodge destinati all’alloggio di cacciatori e pescatori. Le stanze sono pulite e gli arredi tipici ci fanno subito sentire il clima della Gran Bretagna.
Ceniamo assieme a Francesco, trapiantato in Scozia per amore tanti anni fa, e che ora ha trovato una nuova identità professionale organizzando viaggi venatori in questi stupendi territori. Ci racconta che in questi anni mai aveva ospitato un cacciatore come Giovanni, in sedia a rotelle. Soprattutto per questo si sentiva particolarmente stimolato a fare una bella impressione, regalando a Giovanni un ritorno in Italia pieno di gioia .
La mattina successiva veniamo portati a circa 20 km da dove eravamo alloggiati. E con i dovuti accorgimenti due accompagnatori scozzesi posizionano Giovanni nel capanno mimetico denominato ” Bara”, per la forma con cui contiene il cacciatore.
In un altro capanno ci siamo io e Steeve che, oltre ad accompagnarci, ci fa da richiamo. Inutile dire lo spettacolo a cui abbiamo assistito per tre ore.
Steeve, con la sua trombetta magica, faceva planare le oche che incantate dal suo richiamo si avvicinavano fino a 20 metri dalla nostra linea di tiro.
Giovanni comunicava con noi attraverso un trasmettitore CB messo a disposizione dall’organizzazione .
Una mattinata condita anche dall’arrivo di alcuni gruppetti di anatre Fischioni e alzavole che, arrivate a tiro, subivano le nostre attenzioni. La mattinata si era conclusa con un ricco bottino di 26 oche la cui maggioranza selvatiche, alcune Lombardelle e una decina di anatre! Ora bisognava rientrare al loodge per il pranzo e un po’ di riposo.
Nel pomeriggio usciamo per la seconda parte della giornata di caccia. Una volta sistemati nei nostri capanni assistiamo subito alla levata di circa un migliaio di anatre che cominciavano a rientrare.
Abbiamo sparato molto ma, questa volta, non siamo stati altrettanto bravi con la mira. Probabilmente il vento spingeva le anatre a voli velocissimi e, non calcolando questo particolare, ci siamo accorti che sparavamo quasi sempre dietro. La giornata stava terminando, la sera si infittiva e noi eravamo contenti del nostro carniere che contava otto germani reali, undici alzavole e altrettanti fischioni .
Ritornati al lodge, dopo una veloce ripulita, abbiamo cenato in compagnia di Francesco che omaggiava la cena con ottimi piatti di carne Aberdeen Angus saporitissima e cucinata divinamente.
Le giornate si sono succedute con cacciate di grande quantità e di ottima qualità. Certamente con Giovanni ci siamo ripromessi di ripetere l’esperienza anche l’anno successivo. Soltanto vivendo qualche giorno di caccia in Scozia, si riesce a capirne fino in fondo la bellezza e la grandezza: territori dove passione e qualità della vita sono una cosa sola.